23 Apr
23Apr

L’AI entra ufficialmente in corsia. Secondo uno studio condotto su scala internazionale e pubblicato su The Lancet Digital Health, i sistemi di intelligenza artificiale sono in grado di formulare diagnosi cliniche accurate quanto un medico non specialista. Un risultato che rappresenta una svolta per la medicina moderna e solleva interrogativi cruciali su etica, responsabilità e futuro della pratica clinica.La ricerca ha coinvolto 88 medici e 151 studenti di medicina in Cina, comparando le loro diagnosi con quelle di un modello AI addestrato su milioni di casi clinici. I risultati? L’AI ha ottenuto un tasso di accuratezza del 93,06%, a fronte dell’84,06% dei medici non specializzati. Numeri che non lasciano spazio a dubbi: l’intelligenza artificiale è già pronta ad affiancare – o forse sostituire – il giudizio umano in molte situazioni.


Come funziona l’AI medica nello studio

Il sistema analizzato nello studio è un modello multimodale in grado di interpretare testi clinici, immagini diagnostiche e sintomi descritti dai pazienti. Utilizzando l’elaborazione del linguaggio naturale e modelli LLM specifici per la medicina, l’AI è stata sottoposta a casi reali suddivisi in diverse specialità:

  • medicina interna
  • neurologia
  • pediatria
  • dermatologia
  • pronto soccorso

I ricercatori hanno valutato la precisione delle diagnosi, ma anche la capacità dell’AI di giustificare il proprio ragionamento clinico, rispondendo a domande del tipo “perché hai ipotizzato questa diagnosi?” o “cosa la differenzia da un altro caso simile?”. In questo senso, l’AI ha mostrato anche buone capacità esplicative, superando in alcuni casi gli studenti umani.

Dottore osserva un monitor con diagnosi AI accanto a paziente in ambiente ospedaliero moderno.

AI in corsia: supporto, non sostituzione

Gli autori dello studio precisano: l’AI non sostituirà i medici, ma potrà diventare uno strumento di supporto quotidiano, in particolare per i generalisti, i medici di base e i professionisti che operano in contesti con carenza di specialisti. Le principali applicazioni previste sono:

  • triage più rapido ed efficiente
  • assistenza nei piccoli centri medici
  • supporto decisionale in pronto soccorso
  • valutazione secondaria in contesti remoti o sotto stress

Tuttavia, rimangono aperte alcune questioni fondamentali:

  • Chi è responsabile in caso di errore?
  • Come gestire bias nei dati medici di addestramento?
  • L’AI potrà essere certificata come dispositivo medico?

Il futuro della medicina è collaborativo

Gli esperti concordano: il futuro della sanità sarà umano+AI. L’intelligenza artificiale potrà velocizzare diagnosi, evidenziare anomalie, suggerire percorsi terapeutici alternativi, ma l’empatia, il tocco umano e l’esperienza clinica restano irrinunciabili.Nel frattempo, aziende come Google, DeepMind, IBM Watson Health e molte startup stanno sviluppando sistemi sempre più avanzati, anche grazie alla disponibilità crescente di cartelle cliniche digitali, dati biometrici e reti neurali addestrate su casi reali.

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