L’AI entra ufficialmente in corsia. Secondo uno studio condotto su scala internazionale e pubblicato su The Lancet Digital Health, i sistemi di intelligenza artificiale sono in grado di formulare diagnosi cliniche accurate quanto un medico non specialista. Un risultato che rappresenta una svolta per la medicina moderna e solleva interrogativi cruciali su etica, responsabilità e futuro della pratica clinica.La ricerca ha coinvolto 88 medici e 151 studenti di medicina in Cina, comparando le loro diagnosi con quelle di un modello AI addestrato su milioni di casi clinici. I risultati? L’AI ha ottenuto un tasso di accuratezza del 93,06%, a fronte dell’84,06% dei medici non specializzati. Numeri che non lasciano spazio a dubbi: l’intelligenza artificiale è già pronta ad affiancare – o forse sostituire – il giudizio umano in molte situazioni.
Il sistema analizzato nello studio è un modello multimodale in grado di interpretare testi clinici, immagini diagnostiche e sintomi descritti dai pazienti. Utilizzando l’elaborazione del linguaggio naturale e modelli LLM specifici per la medicina, l’AI è stata sottoposta a casi reali suddivisi in diverse specialità:
I ricercatori hanno valutato la precisione delle diagnosi, ma anche la capacità dell’AI di giustificare il proprio ragionamento clinico, rispondendo a domande del tipo “perché hai ipotizzato questa diagnosi?” o “cosa la differenzia da un altro caso simile?”. In questo senso, l’AI ha mostrato anche buone capacità esplicative, superando in alcuni casi gli studenti umani.
Gli autori dello studio precisano: l’AI non sostituirà i medici, ma potrà diventare uno strumento di supporto quotidiano, in particolare per i generalisti, i medici di base e i professionisti che operano in contesti con carenza di specialisti. Le principali applicazioni previste sono:
Tuttavia, rimangono aperte alcune questioni fondamentali:
Gli esperti concordano: il futuro della sanità sarà umano+AI. L’intelligenza artificiale potrà velocizzare diagnosi, evidenziare anomalie, suggerire percorsi terapeutici alternativi, ma l’empatia, il tocco umano e l’esperienza clinica restano irrinunciabili.Nel frattempo, aziende come Google, DeepMind, IBM Watson Health e molte startup stanno sviluppando sistemi sempre più avanzati, anche grazie alla disponibilità crescente di cartelle cliniche digitali, dati biometrici e reti neurali addestrate su casi reali.