23 Apr
23Apr

L’ex CEO di Google Eric Schmidt ha lanciato un monito che non può passare inosservato: l’intelligenza artificiale rischia di superare il controllo umano entro il 2027. In un’intervista rilasciata a Axios, Schmidt ha descritto un futuro prossimo in cui le AI autonome saranno in grado di prendere decisioni strategiche senza supervisione umana, con potenziali implicazioni devastanti per la sicurezza globale.Una previsione inquietante, soprattutto perché arriva da uno degli architetti della rivoluzione digitale e da un profondo conoscitore delle dinamiche interne all’industria tecnologica. Il suo avvertimento solleva domande urgenti su regolamentazione, etica e geopolitica in un mondo dove l’AI sta diventando sempre più autonoma, adattiva e pervasiva.


AGI e capacità militari: il cuore del problema

Secondo Schmidt, la minaccia maggiore riguarda le applicazioni militari e strategiche dell’AI. Le tecnologie di intelligenza artificiale potrebbero:

  • decidere autonomamente quando attaccare un bersaglio,
  • elaborare piani operativi senza input umano,
  • manipolare informazioni a livello globale con obiettivi nascosti.

La sua preoccupazione non è solo teorica. Schmidt ha presieduto per anni il National Security Commission on Artificial Intelligence negli Stati Uniti, ed è a stretto contatto con il Pentagono e la comunità della difesa. Per questo, quando afferma che "l’AI potrebbe diventare ingestibile entro tre anni", non parla da visionario, ma da insider.


Regolamentare l’AI: serve una governance globale

Schmidt non è il solo a chiedere interventi urgenti. Sempre più esperti e analisti chiedono:

  • trattati internazionali per regolamentare lo sviluppo di AGI (Artificial General Intelligence),
  • una governance multilivello che coinvolga governi, enti scientifici e grandi aziende tech,
  • trasparenza e tracciabilità nei sistemi AI ad alto impatto.

Tuttavia, come sottolinea lo stesso Schmidt, il problema è che la tecnologia corre più veloce della politica. E mentre i laboratori AI si sfidano a colpi di modelli sempre più potenti, non esistono ancora meccanismi efficaci per limitarne l’autonomia decisionale.

Eric Schmidt parla davanti a un display AI durante un evento, evidenziando rischi globali entro tre anni.

L’AI come nuova superpotenza

In questo scenario, Schmidt propone un’analisi lucida: l’AI non è solo uno strumento, ma una nuova superpotenza geopolitica. Chi controlla l’AI controlla il potere, l’informazione e la sicurezza. E al momento, nessuno la controlla veramente.La sua proposta? Creare una sorta di “IA NATO”: un’alleanza internazionale che sorvegli, limiti e coordini l’uso delle tecnologie più avanzate. Una struttura che combini le competenze di ingegneri, eticisti, strateghi militari e politici. E che lo faccia prima che sia troppo tardi.

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