22 Apr
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L’intelligenza artificiale sta cambiando il modo in cui cerchiamo informazioni online. E ChatGPT Search, la funzione di ricerca integrata in ChatGPT, sta facendo parlare di sé in tutta Europa. Secondo i dati ufficiali forniti da OpenAI, in soli sei mesi ha registrato una crescita del +270%: da 11,2 a oltre 41 milioni di utenti attivi mensili.Un risultato sorprendente che conferma ciò che molti sospettavano da tempo: le AI generative non sono più solo chatbot, ma veri e propri sostituti dei motori di ricerca tradizionali. Google è ancora lontano dall’essere spodestato, ma il futuro sembra più incerto che mai.


Cos’è ChatGPT Search e perché sta crescendo così velocemente

ChatGPT Search è la funzionalità che permette al chatbot di accedere a informazioni aggiornate in tempo reale dal web, grazie all'integrazione con Bing e altri motori. A differenza della ricerca classica, offre risposte contestualizzate, sintetiche e interattive, evitando all’utente di dover cliccare su più link.I vantaggi percepiti dagli utenti europei sono molteplici:

  • accesso a contenuti aggiornati direttamente nella conversazione,
  • risposte comprensibili, riassunte e pronte all’uso,
  • capacità di approfondire o riformulare le domande in linguaggio naturale.

In uno scenario in cui sempre più persone cercano velocità, chiarezza e personalizzazione, ChatGPT Search si sta ritagliando uno spazio crescente, anche in settori come l’istruzione, il marketing e la consulenza professionale.

Crescita record e riflettori normativi europei

L’impennata di utenti ha portato ChatGPT Search al traguardo di 41,3 milioni di utenti attivi mensili nel solo continente europeo (dati al 31 marzo 2025). Un risultato che non passa inosservato per le autorità UE, soprattutto alla luce del Digital Markets Act (DMA).Infatti, con numeri del genere, OpenAI si avvicina pericolosamente alla soglia dei gatekeeper, ossia piattaforme che devono rispettare regole antitrust severe per non abusare della propria posizione dominante.Se dichiarata gatekeeper, OpenAI dovrà:

  • garantire maggiore interoperabilità con altri servizi,
  • essere trasparente sull’uso dei dati,
  • evitare favoritismi verso i propri prodotti nei risultati forniti agli utenti.

È un segnale chiaro: l’AI non è più un fenomeno di nicchia, ma un nuovo potere economico e informativo che richiede regolazione.


Google resta leader. Ma la concorrenza è reale

Nonostante la crescita esponenziale, Google mantiene saldamente il primo posto come motore di ricerca: secondo un sondaggio di settembre, solo l’8% degli utenti sceglierebbe ChatGPT Search come servizio principale, contro il 92% che ancora preferisce Google.Tuttavia, ChatGPT oggi elabora 41 milioni di ricerche/mese, mentre Google ne processa 373 volte di più. Una differenza ancora abissale, ma che non cancella il trend: ogni mese, migliaia di utenti migrano verso una nuova esperienza di ricerca, basata sul linguaggio naturale e sull’intelligenza contestuale.Se questa traiettoria dovesse continuare, il futuro del search non sarà fatto di link, ma di conversazioni.


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